Leishmaniosi: approfondiamo la patologia a 360°

La Leishmaniosi è una malattia causata dai protozoi del genere Leishmania e trasmessa dai flebotomi, o pappataci, i quali fungono da vettori. I flebotomi sono insetti ematofagi maggiormente diffusi in primavera, estate ed autunno, il picco della loro attività si ha durante le ore notturne mentre durante le ore diurne prediligono luoghi umidi e non troppo caldi.


Essi vengono chiamati in causa nell’epidemiologia della Leishmaniosi in quanto per poter effettuare un ciclo vitale completo Leishmania ha bisogno di un vettore, il flebotomo appunto, nel quale effettuare la maturazione da forma non infettante ad infettante, e di un ospite, nel quale tornare a stadio non infettante e moltiplicarsi.


I protozoi di genere Leishmania sono allocati nell’apparato digerente delle femmine dei pappataci nel quale subiscono il cambiamento che li porta a trasformarsi da amastigoti (forme non infettanti) a promastigoti (forme infettanti) e proprio le femmine, durante il pasto di sangue, inoculano nell’ospite i protozoi infettanti. Una volta inoculati nella cute dell’ospite, i promastigoti tornano alla forma non infettante e sono disponibili per un successivo pasto di sangue.


Nella nostra nazione il Genere di protozoo responsabile di Leishmania è il donovani infantum (Famiglia Tripanosomatidae) ed i vettori principalmente coinvolti nella trasmissione sono il Phlebotomus perniciosus, il perfiliewi, l’ariasi ed il neglectus, sebbene il perniciosus sia di gran lunga il più rappresentativo.


LEISHMANIOSI: LA PATOLOGIA


Il bersaglio della Leishmania, nell’organismo dell’ospite, è rappresentato dal sistema reticolo-istiocitario o, più semplicemente, dai macrofagi; i promastigoti, infatti, al momento dell’inoculazione durante il pasto di sangue, penetrano nel citoplasma dei macrofagi mediante la fagocitosi operata da questi ultimi e, mutando in amastigoti, iniziano a replicarsi fino a distruggere la cellula che li contiene, questo è considerato un momento di latenza, poiché privo di sintomatologia, in seguito l’ospite potrà mostrare i sintomi o essere un portatore infetto di Leishmania.


I sintomi della malattia, dunque, non sono il risultato di un’azione diretta della forma infettante sull’organismo ospite, ma al contrario, dei tentativi del sistema immunitario dell’ospite di contrastare Leishmania, tentativi peraltro controproducenti, in quanto gli anticorpi prodotti formano immunocomplessi che si accumulano nelle membrane basali degli organi e dei vasi provocando problemi splenici, renali epatici, anemia ecc…


L’efficienza del sistema immunitario, dunque, determina l’andamento della malattia, infatti, al momento del contatto tra ospite e Leishmania, il sistema immunitario elimina quanti più protozoi possibile, tuttavia, una volta avvenuta la penetrazione di Leishmania nei macrofagi è proprio il sistema immunitario a danneggiare l’organismo di cui fa parte tentando di difenderlo. Più il sistema immunitario è forte, migliore è l’andamento della malattia.



 


LEISHMANIOSI: ZOONOSI


Tradizionalmente nel nostro paese la Leishmaniosi è associata ai cani, essa, tuttavia, può colpire anche altri animali domestici come il gatto, gli animali selvatici e l’uomo. Questa malattia, infatti, è una zoonosi, una malattia che si trasmette dagli animali all’uomo, in questo caso mediante insetti vettori. Le vie di trasmissione delle zoonosi in generale comprendono anche l’ ingestione di cibo ed acqua contaminati ed il contatto diretto con animali malati (sangue, urina, saliva….).


Un aspetto interessante ed allo stesso tempo insidioso della Leishmaniosi, tuttavia, è il riscontro della possibilità di trasmissione uomo-uomo, attraverso vettori e attraverso scambi di sangue (trasfusioni, scambio di siringhe…) e della trasmissione madre-feto durante la gravidanza.



  • Situazione in Italia


Nel nostro paese, ormai, la Leishmaniosi ha un elevatissimo livello di diffusione essendo presente a livello costiero, nelle Isole e nelle zone collinari e montane anche di quelle regioni che, tradizionalmente, venivano considerate indenni poiché caratterizzate da condizioni, a quanto pare solo apparentemente, sfavorevoli alla diffusione della malattia ed alla sopravvivenza dei flebotomi, quali ad esempio, Veneto, Piemonte o Emilia Romagna.


Questo dato, comunque, non è sorprendente se consideriamo l’andamento globale della Leishmaniosi, raccontato da dati in continua ascesa sui casi negli animali ma soprattutto negli uomini. Dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità relativo al periodo di tempo compreso tra il 2009 ed il 2013, infatti, si evince che: “I dati della WHO indicano che la malattia è oggi endemica in 88 paesi, con un totale di 12 milioni di malati e oltre 350 milioni di persone a rischio. Dei 1,5-2 milioni di nuovi casi stimati annualmente, solo meno della metà, circa 600mila, vengono dichiarati ufficialmente. Solo nel 2001, secondo la WHO, sono morte quasi 60mila persone di leishmaniosi. In Italia circola prevalentemente L. infantum e nel corso degli ultimi 20 anni si è osservato una progressiva diffusione del parassita. In Italia la classe di età che presenta l’incidenza di ricoveri più elevata è quella tra i bambini <1 anno seguita da quella dei bambini tra 1-4 anni.


In generale, la proporzione dei ricoverati tra i maschi risulta superiore (70%) che nelle femmine.

LEISHMANIOSI NEL GATTO


Il gatto, seppur non frequentemente, può essere contagiato e, in alcuni casi, mostrare sintomi relativi alla Leishmaniosi. I segni più indicativi della presenza di malattia nel gatto sono il rilevamento di noduli singoli o multipli, non pruriginosi e non dolenti, a livello di capo, muso, collo, porzione distale degli arti e mucosa anale, la presenza di dermatite che può essere granulomatosa, nodulare o ulcerativa, ed il riscontro di linfoadenomegalia. Tra gli altri sintomi descritti in letteratura si annoverano ulcere, diffuse e superficiali o focali e profonde, scadimento delle condizioni del pelo, pallore delle mucose, stomatite, glossite, uveite mono o bilaterale, blefarite, congiuntivite, febbre, dispnea, disidratazione, scolo nasale cronico, calo dell’appetito, vomito, poliuria, polidipsia.


LEISHMANIOSI NELL'UOMO


Nell’uomo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, si assiste alla presenza di differenti forme della malattia, la Leishmaniosi cutanea, caratterizzata da lesioni a livello della cute del paziente che evolvono in cicatrici permanenti, la cutanea diffusa, più insidiosa della precedente in quanto non presenta possibilità di remissione spontanea e può essere recidivante, la muco cutanea, nella quale le lesioni sono localizzate a livello delle mucose del naso, della bocca e di tutta la cavità orale ed hanno carattere molto più grave di quelle delle due precedenti forme in quanto deturpanti, ed, in fine, la viscerale.


Proprio la forma viscerale è la più pericolosa in quanto, in mancanza di cure adeguate, evolve ad esito infausto nella totalità dei casi. La Leishmaniosi umana viscerale è diffusa soprattutto in Sud America (Brasile in particolare), nel Sub-continente Indiano e nel Sudan, essa, a differenza delle altre, non da sintomi cutanei ma interessa organi interni quali fegato e milza e provoca febbre, dimagrimento ed anemia. Un dato piuttosto sorprendente riguarda, nell’uomo, la correlazione tra Leishmaniosi e Sieropositività.


La Leishmaniosi, infatti, sembra colpire con più facilità le persone malate di HIV, e, data l’immunodepressione che le caratterizza ciò non sarebbe sorprendente, tuttavia le due malattie sembrano legate da un meccanismo di cooperazione grazie al quale Leishmania viene contratta più facilmente dai malati di HIV che vivono nelle zone endemiche del mondo e non presenta, necessariamente, la sintomatologia tipicamente descritta, provocando un ritardo della diagnosi. Dal canto suo, HIV, è più veloce nei soggetti colpiti da Leishmaniosi. Leishmania, inoltre, sembra favorire nei malati di HIV l’avvento di Tubercolosi, Polmonite, ed altre malattie favorite dalla debolezza dell’organismo.


LEISHMANIOSI NEL CANE


Il cane è considerato da sempre il serbatoio naturale della Leishmania; in questo animale la malattia è viscero-generalizzata e può essere sintomatica (animale malato) o meno (animale infetto), in ogni caso, essa è prevalentemente cronica. Il periodo di incubazione è variabile, da un mese a 4 anni, (la malattia non è stagionale) e sono più predisposti ad infettarsi i cani di sesso maschile di età compresa tra 3 e i 7 anni di vita ma questo non è un dato assoluto in quanto possono verificarsi anche casi in casi più giovani o più anziani. La forma acuta si risolve con la morte in pochi giorni del soggetto colpito, essa è caratterizzata da marcato abbattimento, febbre alta e discontinua, rifiuto di alimentarsi, lesioni cutanee, tremori, paresi e paralisi degli arti posteriori.



 


Un cane condotto a visita perché sospettato di essere positivo alla Leishmania si presenterà emaciato, privo di appetito, letargico e si riscontreranno in esso anomalie del pelo, che potrà presentarsi rarefatto o assente in alcune zone, e della cute (eczema forfuraceo), in particolare nella zona del capo, naso, contorno degli occhi, orecchie, coda e arti, nonché poliuria e polidipsia.



  • Sintomi


Tra i sintomi clinici principali della Leishmaniosi ritroviamo febbre, letargia, pallore delle mucose che possono presentare ulcerazioni e sanguinamento, epatomegalia, splenomegalia, dermatiti, in particolare desquamativa ed ulcerativa, noduli, problemi alle unghie che possono arrivare a crescere in maniera abnorme, come nel caso dell’onicogrifosi, problematiche oculari, rappresentate da lesioni palpebrali, congiuntiviti, cheratocongiuntiviti ma anche da situazioni più gravi come quelle che si riscontrano in caso di uveiti, glaucoma e lesioni corneali. Di elevato riscontro è anche la sintomatologia legata ad l’interessamento renale, questo è causato dal deposito di immuno complessi all’interno del rene, condizione che, a lungo andare, sfocia in gravi patologie quali, ad esempio, la glomerulo nefrite e l’insufficienza renale.



  • Diagnosi


In presenza di un dubbio emerso alla visita clinica, o di una zona particolarmente ricca di positività si procede alla diagnosi che, nel cane, è basata su metodi aspecifici, come l’anamnesi, le analisi di base di sangue e urine e l’elettroforesi proteica e metodi specifici che comprendono esami citologici e istologici sul sangue e sul materiale aspirato da midollo, linfonodi, milza, e cute, test IFAT (Immunofluorescenza indiretta) nel siero, per cercare anticorpi specifici per Leishmania (L. infantum). PCR(Polymerase Chain Reaction) e Real Time PCR per identificare, nel materiale linfonodale e midollare, la presenza di DNA appartenente a Leishmania.



  • Terapia


Purtroppo, come già affermato, la condizione di un cane affetto da Leishmaniosi è la condizione di un paziente cronico. La terapia, pertanto, è una terapia di mantenimento che non ha il fine di curare una malattia che, in quanto cronica, non può essere del tutto debellata, ma di migliorare le condizioni dell’animale colpito e prolungarne la sopravvivenza. In questo senso sono stati fatti dei passi avanti e la qualità della vita dei cani affetti da Leishmania è sempre più decorosa.



  • Prevenzione


Originariamente era buona prassi non recarsi nelle zone endemiche, tuttavia, i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno consentito ai flebotomi di diffondersi, dalle coste e le isole (luoghi originario di prevalenza), fino alle zone collinari e a regioni tradizionalmente libere dalla loro presenza. La prevenzione, comunque, comprende semplici gesti che tengano anche conto delle caratteristiche e delle abitudini del vettore. Il flebotomo, infatti, vive nell’erba ed è più attivo nelle ore notturne in un determinato periodo dell’anno, dunque, in particolare in questo lasso di tempo, sarà buona norma far dormire il cane in casa, limitare le passeggiate notturne, usare zanzariere a trama fitta ed evitare accumuli di foglie o materiale di scarto in giardini e orti, dove i flebotomi potrebbero annidarsi e, naturalmente, avvalersi di adeguati presidi antiparassitari. Dal 2012 è anche disponibile in commercio un vaccino contro la Leishmaniosi.


Il padrone di un cane positivo a Leishmania può contagiarsi solo mediante puntura di insetto.


FONTE - epicentro.iss | izsum | Vetpedia


Se volete i giusti consigli per prevenire correttamente questa patologia vi rimando al nostro articolo:


LEISHMANIOSI CANINA: LA GUIDA DEFINITIVA PER PREVENIRLA

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Autore: Vetclick (6) Categoria: Medicina Veterinaria Animale: Altro

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